#centricommerciali: “teatri della recita sociale adatta agli ignoranti”.

Se su Google digitate “centri commerciali”, vedrete comparire subito la dicitura “APERTI OGGI”, e via via a seguire la varie città e province di riferimento.
Oggi che è un giorno festivo, santo Stefano, credevo e mi auguravo che le persone cercassero di dedicare il proprio tempo ad attività che solitamente tralasciano: fare visita ad un vecchio amico che non si vede da tempo, stare insieme ai cugini e ai nonni, portare i bimbi al parco, guardare alla tv le maratone dei cartoni animati o dei classici film di Natale, giocare a carte, a tombola, o ai giochi di società ricevuti in regalo.
E invece… moltissimi stanno lì a chiedere QUALI sono i Centri Commerciali aperti oggi? ANCORA???? Cavolo, ma siete stati per centri commerciali fino alla vigilia di Natale a fare shopping e regali dell’ultimo minuto, e oggi…dopo appena 2 giorni, siete già lì, in CRISI DI ASTINENZA. Ma lo sapete che esiste una VITA al di fuori dei centri commerciali?

Ma forse il mio sguardo è troppo critico, e quindi decido di approfondire il tema andandomi a cercare un po’ di relazioni serie, fatte dagli “studiosi” del settore.
Secondo un articolo di un paio di anni fa,  “i centri commerciali e gli outlet sono certamente luoghi del consumo, ma si configurano anche come spazi del tempo libero, ambiti di socializzazione, teatri della recita sociale, palcoscenici di visibilità e di invisibilità, luoghi “leggeri”, depurati da quell’aria di soggezione di cui sono portatori i centri storici ed quei luoghi deputati alla cultura “alta”.

Interessante: questo vuol dire che la maggior parte delle persone si sente a disagio a girare per centri storici e luoghi culturali, e dunque la maggior parte delle persone è costituita da emerite CAPRE. Lo sospettavo.
Il portale greenMe.it si interessa all’argomento, e parla dei Centri Commerciali come dei NONLUOGHI DELLA SOLITUDINE; e secondo l’antropologo francese Marc Augé , sono nonluoghi le autostrade, stazioni, aeroporti, ma anche i supermercati e i centri commerciali
Per Augé all’anonimato  del nonluogo si accede solo fornendo una prova della propria identità, e l’esempio più interessante è rappresentato dai centri commerciali, dove la prova identitaria è racchiusa nel bancomat o carta di credito.

In periferia, il centro commerciale spesso rappresenta l’unico luogo di aggregazione, dove oltre ai negozi puoi trovare un cinema, una paninoteca, una pizzeria, dove si fa animazione per i bambini.
Ma quei centri commerciali che si trovano nei pressi di zone iper-urbanizzate, al centro di migliaia di luoghi belli e interessanti, centri storici pieni di cultura e attrazioni, panorami mozzafiato, parchi, e quant’altro…beh, lì è solo la PIGRIZIA mentale e la POCHEZZA delle persone che può essere il motivo che porta così tanta gente a recarvisi.

Non più PERSONE, ma solo CONSUMATORI.

Ada

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